Nuove informazioni emerse rivelano che Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha richiesto nel 2016 assistenza al Dipartimento di Stato americano e all’ambasciatore USA a Roma per facilitare un affare con la Burisma, la società ucraina di gas per la quale lavorava. La notizia è stata riportata dal New York Times, che ha citato documenti recentemente rilasciati dall’amministrazione Biden.
Secondo quanto riportato dal quotidiano newyorkese, i rappresentanti dell’ambasciata USA in Italia avevano espresso imbarazzo riguardo alla richiesta di Hunter Biden. Un funzionario del Dipartimento del Commercio dell’ambasciata aveva scritto: “Voglio stare attento a promettere troppo”. Inoltre, il funzionario aveva sottolineato che, essendo la Burisma una compagnia ucraina, “per proteggere sé stesso, il governo USA non dovrebbe influenzare il governo italiano senza passare attraverso il Doc Advocacy Center”, un programma governativo statunitense che sostiene le aziende americane nel loro tentativo di fare affari con governi esteri.
La Casa Bianca ha chiarito che, all’epoca, il presidente Biden non era a conoscenza delle azioni di suo figlio. Le rivelazioni sollevano nuovi interrogativi sulla trasparenza delle azioni di Hunter Biden e sul loro possibile impatto sull’amministrazione attuale.